La stenoscopia
La stenoscopia è un procedimento fotografico che, sfruttando il principio della camera oscura, permette la riproduzione d’immagini utilizzando un piccolo foro al posto di un obiettivo con lenti.
Una fotocamera stenopeica produce immagini poco nitide, perché non ci sono lenti che convogliano o correggono i raggi luminosi. Più il foro è piccolo, più l'immagine tende ad essere nitida ma di contro, sempre meno luminosa. Un grande vantaggio è che la nitidezza, seppur non eccelsa, si estende per tutti gli oggetti inquadrati.
Ulteriori vantaggi, che ne hanno determinato la diffusione, sono il costo estremamente ridotto e la facilità di autocostruirsi una fotocamera con materiale di recupero e attrezzature accessibili a costi contenuti.
Sono tanti i metodi che ci permettono di costruire la nostra pinhole camera, il più semplice è quello di applicare un tappo con un foro stenopeico alla nostra reflex. Se ne può acquistare uno già fatto oppure si può modificare quello fornito in dotazione con la propria fotocamera.
Meno semplice ma non impossibile, basta un po’ di manualità, è costruirsi da sé tutta la macchina fotografica. È sufficiente del materiale a basso costo per costruire la camera oscura (cartone, lattine, scatole di scarpe), carta fotografica positiva o rullino su cui impressionare l’immagine e un piccolo forellino, il più delle volte praticato con la punta di uno spillo (da qui il termine inglese pinhole), da cui far passare la luce.
Storia della camera oscura
Iniziamo con la sua definizione. Per Camera Oscura si intende un ambiente, di grandezza variabile, a tenuta di luce.
La luce, passando attraverso un piccolo foro posto su una parete, proietta, sulla parete opposta al foro, l’immagine rovesciata e invertita degli oggetti all’esterno della camera oscura.
Una sintetica cronologia degli eventi:
Mo-Ti, filosofo cinese del V Secolo a.c., parlò di un’immagine capovolta formata dai raggi del sole passati attraverso il foro di una stanza buia. Citando il principio della camera oscura.
Era già nota nell'antica Grecia, Aristotele parlò nei Problèmata (libro XV, 6) della possibilità di proiettare l’immagine del sole, in un luogo buio, attraverso un piccolo foro.
Intorno all’anno mille, lo scienziato arabo Alhazen fu il primo, nel suo trattato di ottica, a dare una descrizione esauriente della camera oscura e il fenomeno fisico del rovesciamento dell'immagine.
Intorno al 1200, il filosofo inglese Roger Bacon, nel Tractatus de multiplicatione Specierum ne descrisse in maniera specifica il fenomeno e come sfruttarlo per osservare le eclissi solari.
Il termine Camera Obscura venne coniato nel 1604 dall'astronomo Giovanni Keplero, nella sua opera Ad Vitellionem Paralipomena, intendendo un ambiente buio di differenti dimensioni.
Anche Leonardo Da Vinci trattò l'argomento, intorno al 1500, nel Codice Atlantico, quello che venne definito oculus artificialis non è nient'altro che un'esauriente descrizione della camera oscura. Tramite il principio della camera oscura spiega diversi fenomeni ottici, come l'inversione delle immagini.
La sperientia che mostra come li obbietti mandino le loro spetie over similitudini intersegate dentro all'occhio nello umore albugino, si dimostra quando per alcuno piccolo spiraculo rotondo penetrano le spetie delli obbietti alluminati in abitatione fortemente oscura: allora tu riceverai tale spetie in una carta bianca posta dentro a tale abitatione lquanto vicina a esso spiraculo e vedrai tutti li predetti obbietti in essa carta colle loro proprie figure e colori ma saran minori e fieno sottosopra per causa della intersegatione li quali simulacri se nascieranno di loco alluminato del sole saran proprio dipinti in essa carta la quale vuole essere sottilissima e veduta da rovescio e lo spiraculo detto sia fatto in piastra sottilissima di ferro. ( Leonardo da Vinci - Codice Atlantico)
Il tempo passava ed il fenomeno della camera oscura veniva sempre più apprezzato, sia come strumento per studiare la luce che per osservare il mondo.
Si diffuse molto tra gli artisti, tanto che il passaggio da dipinti stilizzati a immagini estremamente realistiche è palese nel periodo che va dal 1300 al 1450.
Uno dei promotori di questa nuova forma d'arte fu Giovanni Antonio Canal, detto Il Canaletto. Si ipotizza che anche il Caravaggio utilizzasse la camera oscura per preparare delle bozze dei suoi quadri.
Il tempo passava e le scoperte in campo tecnologico si sono succedute con ritmo vertiginoso, venne inventato prima il modo di fissare le immagini su un supporto, fino ad arrivare ai giorni nostri, dove la digitalizzazione dell'immagine rende possibile usufruire di libertà inimmaginabili sino a qualche anno prima.
C'è però da dare a Cesare quel che è di Cesare: nonostante le evoluzioni e le scoperte tecnologiche, le fotocamere digitali, come tutti gli apparecchi fotografici in genere, conservano l’impronta del passato. La camera oscura.